Santa Messa del 15 Agosto 2021
DOMENICA 15 AGOSTO 2021 ALLE ORE 10,30
FESTA DEGLI AMICI DI RAPHAËL e delle SENTINELLE DEL LAUDATO Sì’
Omelia della S.Messa celebrata da Padre Silvano Franzoni
Mi sono sempre chiesto perché la madre Chiesa abbia scelto di celebrate la solennità di Maria assunta in cielo, nel bel mezzo del ferragosto, dove la maggior parte delle persone e anche dei cristiani, è presa completamente da tutt’altro che possa portare a vivere questa grande solennità. Poteva scegliere altri tempi dentro l’anno liturgico per poter offrire a più persone la possibilità di riflettere su questo grande mistero.
Invece, proprio per non vivere da pagani questo tempo di vacanze, la Chiesa ha voluto proporci una solennità che indica la meta del nostro cammino: la Vita Eterna.
Che Maria sia stata assunta in Cielo in anima e corpo, ci può lasciare abbastanza indifferenti e la nostra vita non ne viene interpellata. È un privilegio che lei ha ricevuto e che la madre Chiesa ha definito come dogma.
Eppure la Parola che abbiamo ascoltato, ancora una volta ci offre indicazioni concrete per vivere da cristiani la nostra realtà quotidiana. Nel Vangelo Maria viene proclamata ‘Beata’ da Elisabetta perché ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto. Dunque Maria non è beata perché e madre, perché e l’immacolata, perché e la tutta santa, ma perché ha creduto e ha obbedito alla Parola del Signore. La fede di Maria interpella la mia fede, la nostra fede interpella la nostra capacita di mettere in pratica la Parola del Signore. Tutti noi sappiamo che la fede è un dono ricevuto nel battesimo, ma, come ogni dono, va accolto, custodito e impegnato.
Ricordati che la vita cristiana è questione di fede, di fiducia, di quella fede e fiducia che ha caratterizzato la vita di don Pierino. Tutte le varie realtà che sono nate a servizio delle persone più bisognose, sono scaturite da una fede profonda che don Pierino custodiva gelosamente nel suo cuore. Noi oggi siamo riuniti per ringraziare il Signore e la Vergine Assunta e per invocare la forza dello Spirito, perché tutte le varie comunità le associazioni di servizio, di volontariato, che sono scaturite dalla sua fede, possano rinnovarsi e prendere nuovo entusiasmo.
Dopo dieci anni dalla salita al cielo di Don Pierino, ci stiamo accorgendo che c’è il pericolo di lasciarci prendere dallo scoraggiamento, dalla paura, dal non essere in grado di mettere in atto ciò che lui aveva pensato e desiderato. Che fare? Imitarlo è impossibile, possiamo invece continuare a fare la nostra parte, illuminati dal suo carisma che non possiamo ripetere, ma certamente rinnovare e ravvivare.
Pur essendo molto impegnati nel servizio a chi è nel bisogno, pur riconoscendo che col passare degli anni le forze vengono meno, che si sta assottigliando il numero delle persone che scelgono una vita di consacrazione laicale, che anche la realtà del volontariato è in crisi, una crisi accentuata dalla pandemia, non lasciamoci prendere dalla tristezza e dalla sfiducia. Prima di tutto allora dobbiamo rafforzare la nostra piccola e fragile fede. Se è e vero, e per don Pierino lo è stato, che nulla è impossibile a coloro che credono, anche la realizzazione dell’Ospedale di Comunità “Genesaret”, deve coinvolge la fede di tutti noi.
Non ci resta altro che provare a fidarci unicamente di Dio, continuando ad alzare gli occhi verso il cielo da dove ci verrà l’aiuto. Perché l’aiuto viene dal Signore che ha fatto il cielo e la terra e anche …e anche nei confronti di tutte le realtà che Raphael sta portando avanti, pur tra varie difficolta.
Ma chi confida nel Signore non manca di nulla. E perché la nostra fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio, nato da Maria, non rimanga semplicemente una professione fatta con la bocca, ma possa coinvolgere la nostra vita e le nostre scelte, siamo chiamati a provare a mettere in atto queste quattro piccole-grandi fedeltà, che posso affermare di aver riscontrato nella vita di Don Pierino.
La prima piccola grande fedeltà e la fedeltà alla preghiera quotidiana.
Se è vero che non possiamo vivere senza mangiare è altrettanto vero che il cristiano non può vivere senza la fedeltà quotidiana alla preghiera. Preghiera non fatta di parole vuote, di formule, di giaculatorie, di tante devozioni, ma preghiera come dialogo, come relazione con la persona di Gesù Cristo. Mi piace definire la preghiera come: dare il mio tempo al Signore. Ricordati che è il tempo che concretizza una relazione affettiva. Siccome oggi non abbiamo più tempo, tutto viene vissuto tramite social, e dunque le nostre relazioni e affetti sono quasi solo virtuali. Preghiera come: stare alla Presenza del Signore e preghiera come ascolto della sua Parola. Don Pierino e stato davvero un uomo e sacerdote di preghiera autentica.
La seconda piccola grande fedeltà, e la fedeltà all’ascolto e meditazione della Parola del Signore. Diventare famigliari con la Parola del Signore, ci aiuta a conoscere il Signore e rafforzare la nostra fede. Non possiamo conoscere il Signore per sentito dire, per una bella predica, per un bel ritiro, ma attraverso la meditazione quotidiana della sua Parola. Non è un compito dei sacerdoti, delle persone consacrate, ma di ogni cristiano. Pensate per un attimo, se ciascuno di noi riuscisse ogni giorno a dedicare cinque minuti nel leggere la Parola del Signore o una pagina del Vangelo e lo facessimo per 365 giorni. Ma non vuoi che dopo un anno intero incomincio un po’ a pensare come pensava Gesù, a fare delle scelte come le faceva Gesù, a comportarmi come si comportava Gesù… Ricordati che il verbo conoscere significa: essere trasformati da chi si conosce… e se conosciamo il Signore la tua vita ne viene trasformata.
La terza piccola-grande fedeltà è la fedeltà ai sacramenti
Perché venire alla santa Messa domenicale, perché ricevere il corpo di Cristo, perché vivere il sacramento della riconciliazione? Certamente non per obbligo, nè per dovere, ma semplicemente per avere la forza di mettere in alto scelte secondo il Vangelo.
La quarta piccola-grande fedeltà è la fedeltà ai piccoli gesti d’amore quotidiano. San Francesco diceva: Signore fa’ di me -non degli altri- un piccolo strumento di pace, di riconciliazione. di misericordia, di generosità. Ricordiamoci che alla fine della vita il Signore ci chiederà se abbiamo amato, e non se qualcuno ci ha amato, ci ha compreso, si è interessato a noi.
Mi piace pensare che Dio in cielo abbia un libro sul quale non scrive i nostri peccati, non basterebbe l’universo intero per contenerlo, ma scrive solo il bene che noi abbiamo fatto nei confronti dei fratelli e sorelle che erano e che sono nel bisogno.
Esagerando, esagerando potrei dire che all’inferno vanno solo le persone egoiste, le persone che hanno vissuto pensando esclusivamente al proprio benessere, al proprio interesse. Quando Gesù afferma che difficilmente un ricco, entrerà nel regno dei cieli e dato che io e molti di noi non siamo ricchi, il Regno di Dio, il Paradiso è assicurato. Invece no, perché dovremmo attualizzare queste parole Gesù, affermando: “Difficilmente una persona egoista, entrerà nel Regno dei cieli”. In questa affermazione ci possiamo ritrovare un po’ tutti.
Concludendo, potremmo affermare che il primo frutto di una fede autentica è la capacità di Ringraziare. Dopo che Elisabetta proclama beata Maria perché ha creduto, che cosa canta Maria?: “L’anima mia magnifica, ringrazia, il Signore, perché ha guardato all’umiltà della sua serva…” Cioè ha guardato alla mia realtà di creatura, fragile e debole. Ecco perché il Signore ha fatto grandi cose in Lei e in tutti coloro che riconoscono di essere creature, di non poter bastare a se stessi, e di non poter salvarsi da soli.
Ricordati che impara a vivere chi impara a ringraziare, perché quando io ringrazio il Signore, spezzo la catena dell’invidia, della gelosia, dell’arroganza, della prepotenza, perché riconosco che ciò che sono, ciò che ho, e ciò che faccio è dono di Dio. In una parola riconosco di essere creatura.
Il corona virus, non è venuto dal cielo, non è un castigo di Dio, ma è la conseguenza del fatto che l’uomo, la donna pensano di essere come Dio, di vivere Senza Dio, di essere noi a decidere ciò che è bene o male. Ma è bastato un semplice virus, per sconvolgere il mondo intero. Quando noi ci mettiamo al posto di Dio o viviamo senza Dio, le conseguenze sono bene evidenti. Ringraziare ogni giorno il Signore per il dono della vita, per il dono della famiglia, per il dono della fede, per il dono dei Sacramenti, per il dono della Parola e l’elenco potrebbe essere lungo. E proviamo a ringraziare anche per coloro che nella nostra famiglia, comunità, non ringraziano mai. È il peccato di ingratitudine che ci chiude nell’egoismo e genera divisioni e cattiverie.
Non ci resta altro che dire: grazie, Signore, perché il tuo Amore. la tua divina Provvidenza accompagna sempre la nostra vita e le nostre scelte, secondo la tua Volontà.